Capitolo #1

Gugliemo di Malavalle e di Aquitania: due nomi, una persona

Guglielmo di Malavalle, attualmente santo patrono di Castiglione della Pescaia e conosciuto come Guglielmo di Aquitania, nacque in Francia da una ricca famiglia ducale di Aquitania tra il decimo e l’undicesimo secolo dopo Cristo. Non scrisse mai una biografia né tenne un diario della sua gesta, perciò, ogni informazione a noi pervenuta riguardo la sua vita ci viene dal suo primo discepolo, Alberto. Guglielmo era un cavaliere del suo tempo, a cui la vita aveva posto dinnanzi a sé due scelte: quella di seguire una vita immorale e sregolata e quella di seguire la morale comune e il bene. Guglielmo scelse la prima.

Capitolo #2

Guglielmo e la condanna della scomunica

Proprio questa vita fece attirare su di lui le ire della Chiesa cattolica che lo portarono a essere scomunicato. Non si hanno molte informazioni riguardo questi attriti con la Chiesa di Roma: certamente, un cavaliere dalla vita dissoluta non sarebbe stato niente di nuovo nel panorama altomedievale; perciò, la scomunica deve aver riguardato problemi politici molto importanti di cui, purtroppo, non si hanno notizie certe. Potrebbe aver sostenuto l’antipapa Anacleto II, appoggiato anche dall’influente Bernardo di Chiaravalle, ovvero colui che fece avvicinare Guglielmo alla religione.

Capitolo #3

Sulla via della redenzione

La scomunica piombò sulla testa di Guglielmo come una scure: l’essere scacciato da parte del mondo religioso, al tempo, aveva un significato religioso e politico di immensa potenza. Fu proprio nel momento in cui si ritrovò escluso dalla comunità religiosa che Guglielmo iniziò il suo cammino che l’avrebbe portato alla santità. Compì i tre grandi pellegrinaggi: Santiago di Compostela, Roma e Gerusalemme; e dopo di essi si ritirò come eremita nella campagna Toscana, precisamente a Malavalle, nel territorio di Castiglione della Pescaia.

Capitolo #4

Lo scontro con il drago

Una volta arrivato a Castiglione della Pescaia, biografia e leggende popolari si intrecciano indissolubilmente in quanto Guglielmo avrebbe trovato all’interno di una grotta un drago che da molto tempo infestava quei luoghi. La lotta con il drago fu condotta nel nome e secondo la volontà di Dio: dopo essersi fatto il segno della croce, il santo uccise il drago con un tocco di bastone, liberando il territorio di Castiglione e tutti i suoi abitanti dal terrore.

Capitolo #5

Il monastero, la vita religiosa e la santità

Galleria
L'Eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia
L'Eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia
L'Eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia

San Guglielmo intraprese presso Malavalle l’ascesi più rigida: dedicando gli ultimi anni della sua vita al silenzio, alla preghiera e alla penitenza per la vita trascorsa. Non fondò, infatti, alcun ordine religioso e non scrisse alcuna regola, ma accolse solo un discepolo: Alberto, colui che poi tramandò le sue gesta. Fu proprio Alberto a trascrivere gli insegnamenti di Guglielmo e a fissare la Regola Guglielmita. La regola dell’ordine di San Guglielmo venne approvata più tardi, nel 1211 da papa Innocenzo III e il culto si diffuse in breve in gran parte della Toscana, delle Marche e del Lazio. 19 anni dopo, nel 1230, sul luogo di sepoltura di San Guglielmo, a Malavalle, fu costruito un complesso monastico che ancora adesso è possibile ammirare.