Capitolo #1

All’ombra di Volterra

Sullo sfondo Volterra, la città madre etrusca. In primo piano, soprattutto in primavera, il verde delle colline pisane che sembrano abbracciare un luogo che a volte è un lago, a volte un palcoscenico, a volte un'incredibile scultura vivente. Questo luogo si chiama Teatro del Silenzio di Lajatico ed è il suggestivo anfiteatro voluto dal cantante Andrea Bocelli, che in questa cittadina del pisano è nato e vive. 

L’anfiteatro è il frutto di un progetto ambizioso e di un forte legame affettivo con il territorio. Costruito sfruttando i pendii della collina e spostando grandi masse di terra, il teatro all’aperto si trova a circa quindici chilometri da Lajatico. Sorprende il visitatore, che si trova davanti la vasca circolare in genere piena d’acqua, come se fosse un piccolo lago tranquillo incastonato nel paesaggio collinare. Ma non sempre ha questo aspetto. A volte il lago artificiale si svuota e si anima per trasformarsi in un teatro. D’altra parte l’idea originaria era proprio questa: l’anfiteatro doveva ospitare un solo spettacolo l’anno, poi doveva appunto tornare in ‘silenzio’, per lasciare spazio al vero protagonista, il paesaggio. E così l’acqua sommerge di nuovo la scena, il canto, la musica, la memoria effimera dell’evento. Come fosse un mandala.


Capitolo #2

Da Mitoraj a Pomodoro: l’omaggio dei maestri della scultura

I primi allestimenti del Teatro del Silenzio, iniziati nel 2006, sono stati grandiosi. Immaginate coreografie spettacolari, inquadrate nel paesaggio notturno illuminato dai fasci di luci colorate della rappresentazione teatrale, e come fondale alcuni blocchi di travertino. Tutto era poi reso unico dalle sculture monumentali di alcuni maestri contemporanei come: Igor Mitoraj e Mario Ceroli, Arnaldo Pomodoro e Kurt Laurent Metzler.
Tanta bellezza ha contribuito ad accendere i riflettori su Lajatico, che prima del 2006 era ‘solo’ una cittadina tranquilla della provincia pisana con un invidiabile primato: quello di essere tra le più benestanti d’Italia. Oggi il Teatro del Silenzio continua a ospitare concerti e soprattutto la voce tenorile di Andrea Bocelli. 

Capitolo #3

Quando i mulini sfruttavano il vento

E’ sempre il paesaggio che ci aiuta a scoprire Lajatico e la sua storia. Sulla cima di un poggio esposto ai venti, a pochi minuti dalla frazione di Orciatico, ci sono ancora i resti di due mulini a vento. Uno risale alla fine del XVII secolo, epoca di grande impulso del commercio. I mugnai della zona però, non riuscivano a far girare le macine dei propri mulini solo con la forza dell’acqua perchè i torrenti circostanti ne erano poveri e troppo soggetti alle secche estive. Qualcuno allora pensò di sfruttare il vento e furono costruite queste due torri circolari in pietra, proprio sulla sommità del poggio. Le torri erano a due piani. In basso venivano stoccati i cereali, in alto c’erano le macine azionate dalle vele che catturavano il vento. Le pale erano girevoli, in modo da sfruttare qualsiasi direzione. L’energia di queste due antenate delle pale eoliche furono di grande aiuto per i mugnai che continuarono a usarle fino all’inizio dell’Ottocento.

Fotografia di: Graziella taibi