Capitolo #1

Di ritorno dalla Crociate

“Lealville”, così scrive Filippo Augusto, re di Francia di ritorno dalla terza crociata nel 1191, parlando del borgo che oggi conosciamo come Villafranca. Il re di Francia sta percorrendo la Via Francigena, che farà di questo centro uno snodo fondamentale nei secoli, e probabilmente con quel nome fa riferimento alla presenza di un mercato.
Fino alla fine dell’epoca feudale queste zone sono il regno dei Malaspina e seguono il destino delle alterne vicende familiari compreso, nel 1221 le divisioni patrimoniali tra i due rami della famiglia, Spino secco e Spino fiorito.
La signoria dei Malaspina si protrasse fino alla conquista napoleonica d’Italia, che portò all’abolizione dei feudi imperiali e segnò la nascita delle prime municipalità.

Capitolo #2

Il borgo murato

C’è un borgo a Villafranca che stupisce per la forma e le caratteristiche. E’ il borgo murato di Filetto, in pratica un impianto fortificato. Le ragioni della sua nascita sono legate all'aspra lotta che nel corso del VI-VII secolo divampò in Lunigiana tra l'esercito bizantino e le orde dei longobardi invasori. In quel periodo venne organizzata una linea difensiva a ridosso dell'appennino per proteggere i porti dell'alto Tirreno, Luni in particolare, dalle milizie barbariche presenti oltre le montagne fin dal 590. E Filetto fu parte essenziale di questa imponente linea di difesa.
Nel corso del XVI secolo la cinta muraria venne prolungata verso oriente e il borgo, che prima si estendeva a lato della strada tra Villafranca e Bagnone, giunse ad inglobare la strada stessa. Nel 1568 vennero erette due porte monumentali e dopo pochi anni i Marchesi Ariberti di Cremona subentrarono come nuovi feudatari ai Malaspina. La definitiva opera di ristrutturazione fu completata con la costruzione prima del palazzo Ariberti e poi del convento dei frati Ospitalieri di San Giovanni di Dio.

Capitolo #3

Il mulino al museo

C’erano una volta i mulini della comunità di Villafranca. Intorno al ricco tessuto di fiumi e torrenti tanti erano i mulini costruiti attorno ai quali girava un’intensa attività. Un’ idea dell’ingegnoso sistema di raccolta sfruttamento delle acque si può avere visitando il Museo Etnografico della Lunigiana che è situato in un complesso di edifici storici comprendenti gli antichi mulini della comunità di Villafranca, posti presso la porta settentrionale del borgo e a ridosso dell’antico ponte sul torrente Bagnone.
Il primitivo impianto di queste strutture, già documentate nel secolo XIV, ha subito notevoli trasformazioni ed adeguamenti edilizi continuando nei secoli a funzionare come mulino fino agli anni ’50 del secolo XX. 
L’edificio fu adibito a museo nel 1977; nel 1988 iniziarono importanti lavori di restauro e di ristrutturazione del percorso espositivo che hanno permesso di recuperare importanti spazi da adibirsi alle attività museali. È stato riportato alla luce il sistema originale di canalizzazione e di adduzione delle acque per il funzionamento del mulino ricreando un ambiente di particolare suggestione.

Fotografia di: Marrabbio2 of it.wikipedia