Capitolo #1

Pietro e la lepre

Il comune più settentrionale della provincia pratese, territorio montano strettamente legato alle principali strade di collegamento con il mondo padano, è curiosamente ricco di storie dove si intrecciano le gesta di beati e demoni. Pietro fu, nell’ IX secolo, il beato. Con altri monaci aveva fondato un piccolo monastero nei pressi di Montepiano. Di lui, grazie anche a un affresco conservato nella Badia di S. Maria a Vernio,  si ricorda di quando durante una battuta di caccia una lepre si rifugiò sotto la sua tonaca. Il conte Bardi, il cacciatore, domandò se il frate avesse visto l’animale e alla sua risposta negativa, non credendogli disse “sarebbe più facile che un albero salti sul mio cavallo piuttosto che trovare una lepre tra i piedi di un frate”. Ma fu, secondo la leggenda, proprio quello che accadde e l’albero si adagiò sulla sella del cavallo, come documenta l’affresco.

Capitolo #2

Il demonio sensibile all’amore

Faceva paura solo a guardarlo, corporatura magra, naso aquilino, barba e capelli lunghi neri, era Vitale da Rimochi noto come il Demonio di Rimondeto. Dopo una parentesi romana, al cospetto di Bonifacio VII, l’uomo di cui si diceva un gran male per via della sua cattiveria, tornò nel paese d’origine, Vernio. Qui saputo che il conte Valfredo degli Alberti aveva fatto rapire due giovani in procinto di sposarsi, preso da compassione decise di liberarli. Prima liberò il ragazzo dalla prigione e poi affrontò il conte intimandogli di rilasciare la ragazza. Il racconto a questo punto si fa confuso. Quello che si sa è che le guardie vedendo il conte a cavallo uscire dal castello con una fanciulla aprirono il portone. In realtà era il demonio travestito che con questo espediente riuscì a liberare la ragazza. Il giorno dopo il corpo senza vita del conte fu trovato con indosso i vestiti del demonio. I ragazzi si sposarono poco dopo, mentre, sempre secondo la leggenda, da quel giorno, il fantasma del Conte Valfredo Degli Alberti vaga all’interno delle mura della Rocca di Vernio.

Capitolo #3

La generosità del conte

Tra tante leggende anche un po' di storia, come quella che ci ricorda delle gravi carestie che colpirono questo territorio nel 1512 durante l’invasione spagnola. Fu allora che i conti Bardi signori e feudatari della Contea, fecero generosamente distribuire alla popolazione di Vernio polenta dolce fatta in casa insieme ad aringhe e baccalà. Ancora oggi, a distanza di tanti secoli, per ricordare l'evento si fa festa tutto il giorno, e accanto alle prelibatezze culinarie, c’è un calendario ricco di appuntamenti. Oltre ai 9 pentoloni di castagne e alla polenta, vengono distribuite frittelle dolci dalla mattina alla sera. Il tradizionale corteo in costume storico sfila con centinaia di figuranti per le vie del paese sin dal mattino, a cui poi si aggiungono altri gruppi storici provenienti da diverse parti della Toscana.


Fotografia di: Le foto di Max