Capitolo #1

La Città del Sasso - Sogno e utopia

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Sasso di Simone e calanchiFotografia di: Marco Masagli
Sasso di SimoneFotografia di: Marco Masagli
Sasso di Simone (visto dal Simoncello)Fotografia di: Marco Masagli
Sasso di SimoneFotografia di: Marco Masagli
Sasso di Simone - il selciatoFotografia di: Marco Masagli

Il mistero è l'assoluto Signore del Sasso di Simone; una montagna tutta particolare che ancora trattiene tra le sue viscere infinite specie di esseri marini, a testimonianza dell'antico travaglio che, quattro milioni circa di anni fa, dalle acque del Tirreno la spinse verso l'area padano-adriatica.

Per raggiungere la cima, un altipiano spazzato dai venti, occorre affrontare un lungo sentiero che si nasconde fra boschi, vestiti sempre di nuovo al volgere pigro delle stagioni. Ma quasi terminato il percorso, alle suggestioni della natura si aggiunge un particolare senso di attesa, allorché il sentiero si apre per diventare una strada, di quelle antiche, che parla della fatica e del lavoro degli uomini.

Poi ancora altri segnali, resti di muri a secco, pietre squadrate scavalcate dalle radici dei faggi, inducono a fare quasi di corsa l'ultimo tratto. Ed è proprio a questo punto che il mistero trionfa! Nascosti al presente dall'erba, dai rami degli alberi, compaiono i resti di un'antica città, costruita secondo precisi criteri urbanistici tardo-rinascimentali, di cui restano precise testimonianze nell'incrocio regolare dei muri, nella suddivisione razionale degli spazi, nei tratti di strada ancora lastricati.

Capitolo #2

Fra monti, boschi e banditi: la città fortezza

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Pianta della Fortezza
Sasso di SimoneFotografia di: Marco Masagli
Sasso di SimoneFotografia di: Marco Masagli
Sasso di Simone (vista dalla sommità)Fotografia di: Marco Masagli
Sasso di Simone - verso la CroceFotografia di: Marco Masagli

A metà del '400 Malatesta Novello, signore di Cesena e Sestino, consapevole dell'importanza militare del luogo, vera e propria fortezza naturale, decise di erigervi un castello. La sua importanza restava legata alle sue funzioni strategiche, posto com'era ai confini del piviere di Sestino, del ducato di Urbino, dei territori fiorentini, di quelli dei conti Giovanni e Ugo di Carpegna, nonché del territorio della Chiesa.

Ma la strategia e la politica non sempre procedono in accordo; nel 1465 i Malatesta persero il piviere di Sestino, che tornò all'immediata soggezione della Chiesa per poi passare nelle mani dei fiorentini nel 1520 a compenso di un pagamento mai esitato da parte del pontefice Leone X. Per il Sasso di Simone si aprì un nuovo e complesso capitolo della sua storia.

Si presume che Cosimo I de' Medici iniziasse a considerare l'idea di costruire una poderosa fortezza sulla cima del Sasso nella primavera del 1554, durante una visita alla podesteria di Sestino. Ma nel periodo intercorso fra la nascita del progetto e la sua conclusione, la situazione politica toscana aveva subìto mutamenti tali da vanificare l'importanza e l'attualità di questa risoluzione.

Questa singolare congiuntura di eventi, assieme a una nuova inversione climatica che rese assai più lunghi e rigidi gli inverni, costituì uno dei motivi per cui la fortezza del Sasso, conosciuta anche come "Città del Sole", conobbe solo un breve periodo di vitalità economica e strategica. E fu ancora per la medesima ragione che, tra la fase progettuale e quella operativa, intercorsero diversi anni, fra ripensamenti e tagli al progetto iniziale. Poi seguì un lento abbandono, a sottolineare anche la sconfitta dell'uomo sulla natura.

Fotografia di: Marco Masagli