Capitolo #1

Grazie agli antichi romani e ai Lorena

La passione degli antichi romani per le acque termali è nota e Plinio il Vecchio cita più volte proprio “le acque pisanae” per le loro qualità. I resti di un acquedotto, un opera di grande ingegno costruito con ben otto archi, testimonia della presenza romana in queste zone. Un interesse, quello per l’acqua, che nei secoli continua visto che fu la contessa Matilde di Canossa nel 1112 a restaurare radicalmente e per la prima volta le terme. Per una descrizione dettagliata di cosa era lo stabilimento bisogna aspettare il 1568 quando su un documento si legge che i bagni erano in tutto otto e c’era una chiesetta. Poi arrivarono le abitazioni, l’ospedale e un osteria. Ma vennero anche i tempi bui quando prima con un epidemia di peste (1630) e poi di tifo (1648) le terme caddero in disgrazia. Ci vorranno i Lorena nel 1700 per trovare gli investimenti necessari per valorizzare il territorio di San Giuliano.

Capitolo #2

E poi ai Medici

Con il risanamento della pianura pisana molte famiglie pisane e fiorentine scelgono di costruire le loro ville ai piedi dei Monti Pisani attratte dal paesaggio e dal clima. Per la prima volta con il Granducato di Toscana qui si registra un fenomeno che sarà poi tipico delle località turistiche e balneari: il numero dei bagnanti e villeggianti supera quello degli abitanti. E sono villeggianti, spesso, di assoluta fama. Un astronomo francese, Jerome Lalande tiene un diario in cui annota scrupolosamente i dettagli della sua vacanza alle terme lodando la struttura con la presenza di un salone da ballo, da gioco e delle terrazze per passeggiare. Siamo nei primi anni del 1700 e devono ancora arrivare Carlo XIII° re di Svezia, il principe reale d'Inghilterra (futuro re Giorgio IV°), Vittorio Alfieri, la contessa d'Albany, Gustavo III° re di Svezia e più tardi il generale Murat, i poeti Shelly e Byron, Carlo Alberto, Giacomo Puccini e molti altri.

Capitolo #3

I segreti della villa

Quella di Corliano è tra le ville più antiche e meglio conservate della Toscana. Porta con se le sue leggende ricche di mistero. Prima di tutto quella di donna Teresa, effettivamente esistita tra la fine del settecento e l’ottocento. Persona particolare, decisamente stravagante, forse troppo per il suo tempo. Si dice che portasse da sola la carrozza trainata da ben sei cavalli. Figlia dei proprietari della villa ne sarebbe rimasta così affascinata da non volerla lasciare nemmeno da morta. Così il suo fantasma si aggirerebbe ancora tra le imponenti stanze della villa. Ancora più curiosa la storia di un medico chirurgo che pare svolgesse qui, nei sotterranei, degli esperimenti sul corpo umano. Mary Shelley, la scrittrice inglese autrice del romanzo Frankstein, quello reso famoso dal film, soggiorno più volte nella villa e potrebbe aver preso spunto proprio dagli esperimenti del medico. Un altro indizio? Il medico si chiamava Francesco La Pietra, Franken Stein in tedesco.

Fotografia di: ElviraMerca