Capitolo #1

Fumacchio trasportato da un soffione arriva alle Biancane

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fumacchio Fotografia di: personaggio creato da Lara Pippucci
Le BiancaneFotografia di: F.sartori
Fumacchio alle biancaneFotografia di: S.Nuti
percorso Parco delle Biancane Fotografia di: O.Pippucci
torre refrigeranteFotografia di: F.Sartori

Per i diavoli dell’inferno Fumacchio aveva una grave carenza: pur essendo un loro simile, nel DNA non aveva i geni della cattiveria. Si dissero che era l’eccezione che confermava la regola e se ne fecero una ragione.

Il giovane diavoletto sopperiva a quella “mancanza” con una vivace curiosità e, quando gli passò sotto gli occhi un libro di un certo Dante Alighieri, venne attratto dal contenuto:

versan le vene le fummifere acque
Per il vapor che la terra ha nel ventre
Che d’abisso le tira suso in alto”

Con l’aiuto di un soffione risalì alla superficie dove poteva vedere le terre fumanti, in quel luogo chiamato “le Biancane” i sassi avevano molteplici colori e non solo il grigio e il rosso che l’inferno gli prospettava. Qui, inaspettatamente, trovò le sughere e l’erica che grazie al calore del terreno potevano vivere a un’altitudine per quelle piante insolita. 

Poco lontano vide una curiosa torre, anch’essa fumante. Un cinghiale, che aveva appena conosciuto, gli raccontò che quella era una centrale dove gli umani facevano arrivare il vapore per avere l’elettricità e come quella ce ne erano altre nelle vicinanze. Una risorsa naturale che arrivava dal profondo della Terra con un serpeggiare di tubazioni arrivava alle turbine, trasformando l’energia meccanica in elettrica. Questa era l’attività prevalente di quel territorio.

Capitolo #2

Fumacchio si reca nel centro storico di Monterotondo Marittimo

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Porta alla torreFotografia di: S.Nuti
Porta alla torreFotografia di: O.Pippucci
p.za Ateo CasaliniFotografia di: L.Barzanti
p.za Donatori sangueFotografia di: O.pippucci
scorcio da P.za A.CasaliniFotografia di: L.Barzanti

L’interesse di Fumacchio poi si diresse verso il paese che vedeva vicino, ma come faceva ad andare tra gli uomini per poterlo visitare? Gli venne un'idea eccezionale: avrebbe sfruttato il Carnevale, di lui avrebbero pensato che fosse una maschera. Il giovedì “grasso”, con indifferenza e sicurezza, andò ad esplorare quel nuovo piccolo mondo. Le case erano talmente vicine tra loro che formavano dei vicoli stretti che riuscirono a incantarlo, questi si incrociavano formando un affascinante labirinto, arrivando e ripartendo dalla piccola piazza centrale.

Capitolo #3

Fumacchio gusta i prodotti tipici

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prodotti tipici
scorci paesaniFotografia di: L.Barzanti
scorci paesaniFotografia di: L.Barzanti
Formaggio nel fieno

Gli sembrava di sentire i rumori di un tempo, le botteghe artigiane con i falegnami, i ciabattini, i fabbri, poi l’orologiaio, lo stagnino, il forno e i suoi profumi che non c’erano più ma che lui avvertiva, come se le pietre delle case gli raccontassero la vita che da lì era passata.

Non disdegnò neanche la calorosa ospitalità degli abitanti che avevano allestito una festa con banchetti di prodotti tipici per quelle strette vie, i quali si domandavano ripetutamente chi fosse quel ragazzo che si era mascherato così alla perfezione. 

Capitolo #4

Fumacchio ritorna all'inferno

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Panorama dalle BiancaneFotografia di: L.Barzanti
Fotografia di: S.Nuti

Vagò tutto il pomeriggio tra maschere e leccornie fino a quando uno dei vicoli gli aprì il panorama della Maremma fino al mare, per poi, più in là, vedere l’isola d’ Elba e i profili della Corsica in contrasto col cielo.

Fumacchio decise alla fine di tornare dai suoi simili per raccontare loro le meraviglie che aveva incontrato a Monterotondo Marittimo nel suo viaggio, lo avrebbe fatto con tutto il suo entusiasmo. Era certo che i diavoli, dopo, sarebbero stati sicuramente meno cattivi. 

Fotografia di: O.Pippucci