Capitolo #1

Un dialogo perpetuo tra la Madonna del Parto e tutte le madri

Ha un viso bellissimo, è pallida, i capelli sono raccolti in trecce bionde trattenute da una cuffietta di pizzo. Non sembra una nobile, sembra una popolana. Aspetta un bambino. L’abito celeste si apre teso sul pancione, ai suoi lati due angeli sollevano una tenda per mostrare la Vergine prescelta da Dio per annunciare la nascita di Gesù. E’ la Madonna del Parto, il capolavoro di Piero della Francesca che ha reso Monterchi famosa nel mondo. Un affresco di bellezza perfetta: l’esaltazione della maternità. 

Piero la realizzò tra il 1455 e il 1465 in onore di sua madre, Romana di Pierino da Monterchi, originaria del posto. Ma non è solo questo che lega l’affresco al suo territorio. C’è come un dialogo continuo, un dialogo tra tutte le madri e lei, la Madonna del Parto, sopravvissuta a terremoti e guerre, a interventi devastanti ad opera dell’uomo e all’inevitabile usura del tempo. Destinata in origine alla Cappella di Santa Maria di Momentana, oggi è conservata nel Museo a lei dedicato, allestito nella ex scuola elementare del paese.

Capitolo #2

Le puerpere in pellegrinaggio le portano fiori e spighe

Ci sono riti che continuano anche oggi. Alcune puerpere si recano in pellegrinaggio nel museo dove è esposta la Madonna del Parto; c’è chi le offre mazzolini di spighe e rose e chi le accarezza la pancia prima di depositare il dono. Le chiedono protezione e sostegno nel momento più delicato e doloroso della maternità. Oltre a essere un capolavoro dell’arte rinascimentale, lei è diventata, o è sempre stata, la protettrice delle donne incinta, e anche colei a cui si affida un rito propiziatorio di fertilità, come ha immaginato Tarkovskij nel film girato in Toscana Nostalghia. 

Ci sono due episodi storici che attestano questo legame profondo tra la Madonna e le donne. Nel ’44 un sovrintendente tentò di murare l’affresco per sottrarlo alla razzia dei nazisti ma, scambiato per un “nemico”, fu accerchiato da donne armate di forconi pronte a difendere l’opera. E ancora, nel ’54, sempre le donne guidarono la protesta contro l’ipotesi di prestare l’affresco a Firenze per una mostra sul Rinascimento. La spuntarono loro, e la Madonna del Parto rimase al suo posto.

Capitolo #3

Quel legame di sorellanza con la Madonna del Latte

In Toscana già dalla prima metà del Trecento circolava la raffigurazione realistica della Vergine incinta. La Valtiberina ha una ricca iconografia di madonne e il culto mariano è testimoniato ancora oggi da cappelle e dipinti. Un’altra puerpera, la Madonna del Latte, è stata rinvenuta durante il distacco della Madonna di Piero della Francesca, avvenuto nel 1911. Si tratta di un affresco realizzato in precedenza, in epoca medievale, che era stato coperto dalle pennellate di Piero. Di questo affresco anonimo sono arrivati a noi soltanto alcuni frammenti, rimontati nel rispetto delle probabili dimensioni originali. Resta ancora un mistero se ci sia stato un legame tra le due Vergini, e se Piero si sia ispirato a quel volto di mamma con il bambino per la sua Madonna del Parto. Sicuramente forte è la suggestione di un legame di sorellanza tra madri che hanno sfidato i secoli.

 

Fotografia di: Luca Aless