Capitolo #1

Il frate misterioso che adorava la Madonna

Lungo una vecchia mulattiera che saliva sul crinale di Montemignaio, nei secoli attraversata da greggi e pastori, c’era un piccolo oratorio dedicato alla Madonna. Ancora oggi si offre al cammino dei tanti turisti che praticano trekking su questi bellissimi sentieri del Casentino. Ma nel ‘700 era un luogo frequentato da pochi pellegrini e da un eremita in particolare, Fra Michele Kalbermater. 

Un personaggio misterioso, un frate, che si presentò un giorno del 1728 stanco e affamato e chiese di poter fermarsi nell’eremo a riposare. Un riposo durato 42 anni. Un loggiato, tre arcate, un tabernacolo che custodisce una tavola di scuola senese della Madonna col Bambino: così appare oggi il Romitorio delle Calle. E’ molto diverso dal rifugio che ospitò in passato il religioso che conduceva una vita molto frugale fatta di elemosine, che destinava in gran parte alla manutenzione dell’eremo. Fra Michele morì nel 1770, a 80 anni, e fu sepolto nell’eremo. Solo allora uno dei figli svelò la sua vera identità: era un nobile piemontese, il conte Cesare Solaro di Villanova. Aveva abbandonato la vita di agi ed era partito alla volta della Terra Santa dove non arrivò mai perché fermatosi all’eremo. Oggi una lapide ricorda la storia del conte Cesare, che volle chiamarsi Kalbermater, che in tedesco antico significa «totale dedizione alla Madonna».

Capitolo #2

Quando i francesi ammutolirono la campana

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MontemignaioFotografia di: Vibar

Nel passato le campane avevano una duplice funzionalità: religiosa e civile. Nel primo caso, suonavano per celebrazioni o lutti, nel secondo, per pericoli incombenti come incendi o invasioni nemiche. Molto importante ad esempio fu il ruolo che la campana del castello di Montemignaio, l’antico Castel Leone, ebbe durante l’occupazione francese del 1799: la campana suonò incessantemente per chiamare i contadini a raccolta contro le truppe repubblicane. Dall’imponente torrione alla destra del portone del castello, a strapiombo sulla valle del torrente Fiana, la campana suonò. La cosa ovviamente non piacque ai francesi che pensarono di rubarla, come spesso succedeva, facendone un bottino di guerra. La campana aveva un discreto valore: era stata fusa nel 1332 dal conte Simone di Battifolle. Non riuscendo però a smantellarla dal torrione i francesi pensarono di zittirla rubandone il batacchio. Per anni di questo batacchio non si seppe più nulla. Poi un bel giorno fu ritrovato nella bottega di un fabbro a Firenze nella zona di Rovezzano. 

Capitolo #3

Nel paese dove nascono gli alberi di Natale

Montemignaio è il paese dell’albero di Natale. Da qui partono ogni inverno migliaia di abeti natalizi destinati a illuminare le case toscane nel periodo delle feste più fredde dell’anno. La coltivazione degli abeti è una delle attività tradizionali di questo paese del Casentino, affacciato sul Pratomagno, che coinvolge quotidianamente svariate aziende del territorio. Decine di migliaia di piante: abete bianco, rosso e argentato, vengono coltivate. Un’attenzione particolare è rivolta all’ambiente; dopo le feste è possibile riportare la pianta ed eventualmente riprenderla l’anno successivo.

Fotografia di: Vibar