Capitolo #1

L'isola dove tutto sa di mare

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Marciana, Isola d'Elba
Unghie di strega, Marciana
Marciana, Isola d'Elba
Marciana, Isola d'Elba

Da ragazzo ho passato i miei anni migliori su quest'isola, poi sono andato in giro per il mondo e dopo un giro largo il mondo, quasi per combinazione, mi riportava qui. Cammino ora lungo la scogliera che dalla spiaggia di Sant’Andrea mi porta lungo le cote piane, le magnifiche rocce che dalla spiaggia seguono la linea della costa. A primavera questi massi si ricoprono di fiori fucsia, le unghie di strega, che rendono questo luogo unico al mondo. Davanti, il mare, blu, profondo. Sull’ultima insenatura s’intravedono le formiche, scogli in mezzo al mare. Ricordo quando da ragazzo m’immergevo tra le posedonie, i coralli e le salpe. Poi tornavo sul granito a guardare l’orizzonte: guardare la vastità del mare da un’isola significa dare forma al mare, segnarne i confini. Sai di essere in prestito su una terra dove anche le pietre sanno di mare e tutto confina con uno specchio d’acqua.

Capitolo #2

Il paese che sorveglia il mare

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Marciana, Isola d'Elba
Marciana, Isola d'Elba
Marciana, Isola d'Elba, fortezza
Marciana, Isola d'Elba, gheppio
Marciana, Isola d'Elba

La sera me ne torno a Marciana, attraverso la Porta di Lorena mi addentro per le strade acciottolate del centro medievale, lungo le casette in pietra di un paese appollaiato a mezza montagna. In alto si scorge la fortezza fatta costruire dai pisani per avvistare la gente del mare, i terribili saraceni e i pirati che arrivavano da luoghi lontani. La magia di Marciana è nel connubio di terra e cielo, tra l’odore di muschio del bosco e il volteggiare alto e nobile del gheppio. Passeggiando tra il silenzio degli alberi, vedendo in lontananza il mare profondo, si ha l’impressione regale di essere padroni assoluti di vasti orizzonti.

Capitolo #3

Napoleone, l'Eroe degli Eroi

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Monte Marciana
Castagni Marciana, Isola d'Elba
chiesa di Santa Maria al Monte, Isola D'Elba
Marciana, Isola d'Elba, Napoleone
Marciana, Isola d'Elba, Napoleone

Imbocco la strada verso la chiesa di Santa Maria al Monte, tra i lecci e i castagni maestosi, gli arbusti di mirto e ginestra. Il Santuario è essenziale. Anche, Lui, l’imperatore è stato qui: Napoleone, l’eroe degli eroi. Pare amasse le violette del bosco, sicuramente le avrà donate a Maria Walewska, la giovane amante polacca corsa a trovarlo insieme al loro figlio in quei giorni di fine agosto, proprio qui, in questo romitorio immerso tra i castagni del Monte di Marciana. Mi siedo sopra il telegrafo ottico che lui, l’Imperatore in esilio, aveva fatto costruire sopra una roccia chiamata masso dell’aquila, un luogo magico: da qui nelle giornate di bonaccia si può vedere la costa, e spingere lo sguardo sino alle montagne nere di Corsica. Forse siamo tutti figli di questo mare, di questo cielo e di questo bosco, non importa se nati dalla passione di una popolana e di un imperatore a corto di amanti oppure se figli di un amore predestinato. Siamo esseri distratti che hanno radici lontane e io, figlio di una relazione nata in quest’isola, dove s’impara presto a non farsi più domande, conosco il connubio di acqua e vento portato dal libeccio che non scalfisce la fermezza degli uomini di mare. È facile qui immergersi in un tempo antico e mai scordato, noi piccoli imperatori senza regno, noi con le nostre domande e il nostro niente, pronti a saper ricominciare, sempre convinti che a questo mondo tutto, ma proprio tutto, sia possibile.