Capitolo #1

Su per la salita, tra la roccia e l’infinito

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Salita verso Fiesole
Vista da Fiesole

È un modo diverso di arrivare a Fiesole – diceva, ansimando un po’ per via della ripida salita – , me l’hanno consigliato: la si scopre piano piano e infine, con il fiato grosso, la si raggiunge”. Non ci fu risposta. I due procedevano affiancati, un po’ più avanti quello magro, appena un po’ dietro quello più grosso. Sulla destra della stradina che stavano percorrendo si stagliava una scura parete di roccia scolpita fitta fitta dai picconi dei cavatori: smorzava la luce del sole e ne rimandava il calore. Dall’altra parte, un basso muretto scalcinato rivestito qua e là dalle piante dei capperi lasciava intravedere, tra i fitti rami verdi e profumati delle acacie, una vista sconfinata su Firenze e, in lontananza, le colline. Ora la strada faceva una leggera curva sulla sinistra, piegava appena e poi, sulla destra, subito ripartiva: la bianca parete di una grande villa rimandava una luce accecante mentre, dall’altra parte, la roccia, ora umida in qualche punto e ricoperta dai lunghi filamenti delle edere, dava un po’ di refrigerio ai due viaggiatori.

Capitolo #2

Nel silenzio, sotto le mura azzurrine costruite dai Giganti

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Mura di Fiesole
Mura di Fiesole

 Ancora una piccola piega della strada e poi, all’improvviso, un’alta muraglia di grandi blocchi di pietra venne a incombere su di loro: una pietra grigia, tendente all’azzurrino, smussata e arrotondata negli angoli, quasi ammorbidita dal tempo. “Eccoci alle mura etrusche – disse il magro – , ci siamo allora”. Varcarono quel limite intravedendo ormai la grande piazza che sapevano essere la loro meta.

Capitolo #3

Nella città, oggi

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Fiesole
Fiesole chiesa

 Per scrupolo però chiesero: “Dove siamo?” “A Fiesole”, rispose un tipo basso e tarchiato, dai lineamenti marcati e duri, quasi fossero anch’essi scavati nella pietra: e nel rispondere, pieno di orgoglio, gonfiò il petto. Di fronte a loro il sole era già alto mentre, dietro, uno scampanio festoso indicava la presenza di una chiesa.

Capitolo #4

Tra i resti della città antica

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Fiesole
Fiesole

 Al di là però dell’allegro chiacchiericcio che riempiva la piazza i due visitatori, che ora si rifocillavano passeggiando tra i resti del teatro romano, delle terme e del tempio etrusco, udivano un altro suono, quasi sotterraneo, una sorta di colpo sordo ripetuto, a volte più metallico, che risuonava dappertutto. Nessuno sembrava farci caso, ma per loro era del tutto nuovo. Salendo verso la costa del monte a levante, chiesero a una passante che incrociarono. “Che rumore?!” rispose la passante con la grande sporta di paglia piena di uova.

Capitolo #5

Gli uomini e la pietra

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Cave di Fiesole
Cave di Fiesole
Fiesole, teatro romano

 “Non sente questi colpi?” dissero entrambi. La donna posò la sporta in terra e, piegando appena la testa, tese l’orecchio: “Ah, questi! Ma non sono colpi veri, noi fiesolani non li sentiamo quasi più tanto ce li abbiamo dentro. È solo un’eco, quella degli scalpellini, del loro battere quotidiano sulla pietra delle cave di monte Ceceri, nei minuti, nelle ore, nei giorni e negli anni della loro vita, per tutti i secoli della storia di Fiesole”. Mise una mano nella sporta e porse ai due visitatori due uova, bianchissime: “Se non vi offendete, come premio per aver saputo non solo guardare ma anche ascoltare ”.