Capitolo #1

Perdersi

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Castelnuovo di Val di Cecina
Castelnuovo di Val di Cecina
Fumarole a Sasso Pisano
I soffioni a Castelnuovo di Val di Cecina
Castelnuovo di Val di Cecina

Un territorio talvolta aspro e selvaggio, sempre nuovo a ogni girar di tornante, e mutevole nelle stagioni dell’anno. Pochi borghi sui cucuzzoli, antiche Pievi appartate, limpidi torrenti, castelli e fattorie abbandonati, greggi di pecore alla pastura. Par quasi di toccare il passato remoto, calarsi nel medioevo tanto le forme e i paesaggi sembrano immutabili: finché le ardite forme e i serpeggianti tubi che portano il fluido geotermico alle centrali elettriche, non richiamano al presente e al futuro. È in questa terra che vorremmo far “perdere le tue tracce”, abbandonando i consueti itinerari turistici e lasciandoti condurre dal caso, dall’istinto, dalla poesia. Ma niente pericoli: in Toscana ogni strada, pur impervia che appaia, conduce a qualcosa, sovente a una piacevole e imprevista scoperta.

Te lo dice Carlo, la cui famiglia vive a Castelnuovo fin dai tempi del Granduca di Toscana Ferdinando III e questo territorio conosce in ogni suo anfratto e lo ama.

Capitolo #2

Ritrovarsi: solo pietra, vento e cielo

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Castelnuovo di Val di Cecina
Castelnuovo di Val di Cecina
Panorama
Il borgo

Da qualsiasi lato arrivi, la vista spazierà sui rilievi montuosi che circondano il paese, bellissimi panorami si affacciano sulla valle del torrente Pavone. La strada ha sovente un tracciato tortuoso tra i vasti querceti e castagneti che circondano il suggestivo Borgo Medievale di Castelnuovo di Val di Cecina, nel medioevo “Castri Novi de Montanea”. Allora il castagno e i suoi frutti, soprannominati “il pane dei poveri” davano lavoro e cibo agli abitanti che intorno a questo albero avevano costruito una parte importante della loro cultura. In ogni stagione il castagneto ha il suo fascino: violaceo e scheletrito in inverno, se non stretto dalla neve gelata; fiammeggiante nella gamma dorata dei colori d’autunno; e poi mantello di verde sulle pendici dei monti, ammiccante sentieri, sorgenti e frescure d’estate. 

Ed ecco il paese con la struttura urbanistica del Borgo medievale tutto costruito su uno sperone di arenaria. Ma nel Borgo, nelle sue viuzze silenziose e disadorne, nelle sue piazzette e slarghi, dove si va soltanto a piedi, occorre soffermarsi a lungo. Non vi sono monumenti significativi, né musei, taverne, locali. Solo la pietra, il cielo e il vento.

Capitolo #3

Fermarsi ad ascoltare

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Castelnuovo di Val di Cecina
La porta del paese
Il borgo

Qualche vecchia ciarliera ti racconterà la sua storia, qualche profumo d’intingolo uscirà da una finestra socchiusa e un gatto smilzo ti attraverserà la strada furtivo. Forse ascolterai lingue diverse: arabo, albanese, rumeno, inglese, tedesco, olandese e macedone… non ti meravigliare, sono i nuovi abitanti di una terra caratterizzata dalle migrazioni che affronta il futuro e vorrebbe plasmarlo.

Fermati. Io, che sono nato e ho vissuto in questo Borgo, nutro per esso sentimenti di odio e di amore, gli stessi che potrai immaginare ripensando al “natio borgo selvaggio” del Leopardi e al cimitero di Spoon River.

Anche il nostro è sulla collina e racconta, con le lapidi dei morti antichi, forse più storie di quanto oggi non facciano i vivi.