Capitolo #1

La terra Berardenga

Uno splendido borgo incastonato tra il paesaggio delle crete e le colline del Chianti. Territorio di antico insediamento, Castelnuovo Berardenga deve il nome al nobile Berardo ma la sua storia risale all’anno 865. E’ allora che il conte francese Wuinigi di Ranieri arriva in Italia e in qualità di governatore di Siena, ottiene il possesso delle tenute e dei castelli della zona. Così tante proprietà da potersi considerare una parte della provincia senese: tra le sorgenti del torrente Bozzone e quelle dell’Ambra, fra il Chianti alto e il fiume Biena sino alle Taverne d’Arbia. Fu uno dei figli, Berardo, a ereditare questa fortuna e da qui il nome Berardenga.

Castelnuovo è al centro di una zona a lungo contesa da Firenze e Siena, teatro di atroci battaglie, la più famosa quella di Monteaperti ricordata da Dante con le famose parole: “lo scempio che fece l’Arbia colorata di rosso”. Oltre 50.000 soldati si fronteggiarono in aperta campagna, i Guelfi di Firenze da una parte e i Ghibellini di Siena dall’altra. La sconfitta dei fiorentini garantì a Siena l’autonomia per qualche secolo. 

Capitolo #2

Al paesaggio è dedicato un museo

La pianura dove Guelfi e Ghibellini si fronteggiarono era un mare, anzi proprio un abisso marino. La scoperta degli archeologi è del 2009 e in parte rivoluziona l’idea che gli storici si erano fatti. Gli scavi portarono alla luce alcuni denti di squalo, una specie che non si pensava potesse vivere da queste parti, avendo bisogno di grandi profondità marine. Ma questo è un territorio di grandi sorprese e non a caso proprio al paesaggio è stato dedicato un museo.

Ospitato in un edificio di fine ottocento, usato come mattatoio pubblico, il Museo del Paesaggio è stato realizzato in un'area estremamente significativa. Immerso nel tipico scenario senese alle estreme propaggini meridionali del Chianti e in prossimità delle Crete senesi.
Pannelli, ricostruzioni grafiche, foto, filmati e documenti trasmettono la conoscenza e la consapevolezza critica di un territorio prestigioso. E se il territorio che ammiriamo è anche frutto del lavoro dell’uomo, al concetto di paesaggio umanizzato è dedicato un approfondimento legato alla sua rappresentazione nell’arte, nella letteratura e nel cinema.

Capitolo #3

Gli artisti interpretano il bosco

E’ un omaggio al territorio anche il Parco Sculture del Chianti, una mostra permanente di installazioni contemporanee. Frutto dell’iniziativa di due privati appassionati d’arte, i coniugi Giadrossi, che a partire dal 2002 hanno invitato una serie di artisti contemporanei a visitare il bosco e a proporre un' opera. Ne è venuta fuori un' integrazione tra arte e natura con opere di ventisette artisti, provenienti da tutti e cinque i continenti. L'uso di diversi materiali dà al visitatore una panoramica sulla varietà e sull'importanza dell’arte contemporanea nel mondo di oggi.
Sempre nel parco è stato creato un anfiteatro che offre ai visitatori un denso programma di concerti, in luglio e agosto. A due passi dal Parco invece il Borgo d’Arte Contemporanea con altre undici sculture d’arte contemporanea.

Fotografia di: Antonio Cinotti