Capitolo #1

La simmetria prima di tutto

Difendersi dalle invasioni e sopratutto da Firenze, questo è sempre stato l’imperativo di Cascina. I documenti attestano che il borgo attorno all’anno mille, assume un certo ruolo nei rapporti con Pisa, sia dal punto di vista economico che strategico, diventando un avamposto fortificato in direzione Firenze.



L’impianto della città prevede quattordici rettangoli disposti su due file. La simmetria della parti è rigorosa, i rettangoli meridionali misurano m. 37.50 x 106 e quelli settentrionali m. 37.50 x 120. La prima menzione di una cinta muraria risale invece al 1269. Sulla base di documenti d'archivio sappiamo che nel 1142 il borgo di Cascina, probabilmente già suddiviso in zone militari, si munisce di un castello e di una torre militare.

Capitolo #2

Il fortino non basta mai

La prima struttura difensiva non salva Cascina dalle devastazioni. Nel 1292 le truppe fiorentine lasciarono in piedi solo la pieve e parte della vecchia torre medievale. In quegli stessi anni si decide allora di completare la fortificazione: si consolidano le torri, si apre la piazza d’armi e si costruisce la rocca secondo le usanze militari del tempo.  L'edificazione doveva avvenire nella parte del borgo più prossima alla città da cui esso dipendeva, in questo caso Pisa. Da quel momento Cascina assume l'attuale reticolo urbanistico che resterà pressoché intatto fino ai tempi moderni. Per quanto riguarda le fortificazioni, un' ulteriore impulso avviene dopo la battaglia di Cascina (1364) e con l’ennesima sconfitta nei confronti di Firenze. Vengono rialzate le mura fino al livello attuale, si rinforza la rocca, si ristrutturano le torri dando loro la dislocazione e la forma attuali e si definiscono le due porte: quella fiorentina, ad est e quella pisana, ad ovest.


Capitolo #3

Il cartone di Michelangelo

Decorare il salone di Palazzo Vecchio a Firenze con le gesta eroiche che avevano portato la città a governare sul mondo. Questo l’imperativo dell’allora gonfaloniere che affida il lavoro, tra gli altri, a Michelangelo. Al maestro viene affidato un tema caro ai fiorentini, la battaglia di Cascina del 1364 quando i pisani vennero sconfitti dai fiorentini. Le cronache raccontano che le truppe pisane furono colte di sorpresa perché per il gran caldo si erano gettate in Arno cercando refrigerio. Michelangelo completò il lavoro nei primi anni del Cinquecento, ma non lo finì in via definitiva perché dovette partire per Roma. Aveva realizzato un cartone e lo aveva lasciato a Firenze. Quello che apparve a tutti come un capolavoro andò distrutto, per fortuna ne erano state fatte delle copie di cui quella che si avvicina di più all’originale è quella di Aristotile di Sangallo.

Fotografia di: CAMILLI RENATO