Capitolo #1

Santa Croce

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Processione in onore di S.Croce Bagnone
Processione in onore di S.Croce Bagnone

Molti, molti anni or sono, al tramonto di una triste giornata caliginosa d’inverno, un uomo povero e stanco passava nelle vicinanze di Bagnone ed essendo ormai prossima la notte bussò alla porta del Castello dei Conti Noceti per chiedere asilo e cibo. A valle il torrente furioso e rigonfio di acque limacciose, raccolte dalla recente forte pioggia, univa il suo cupo brontolio al mugghiar del vento. Notte triste e infida per il povero pellegrino, notte in cui anche la natura sembra trepidare in attesa che il cielo si plachi affinché le cose e gli animali trovino la quiete e il riposo. La porta del Castello si aprì e il Padrone di casa concesse al pellegrino di venire ospitato per la notte. Il mattino seguente il pellegrino non c'era più, ma su un piccolo tavolo, nella fredda cameretta si trovò una piccola Croce di legno… "

Il segno venne subito interpretato come divino e l’oggetto venne esposto per la curiosità dei più, poi venerato e conservato nella Chiesetta del Castello. Nel tempo gli si attribuirono speciali facoltà, avvenivano legate a inspiegabili fenomeni contro le leggi naturali spinsero a riconoscerlo come una diretta emanazione della volontà divina, per cui i Bagnonesi l’adorarono. L’oggetto è quello che ancor oggi si ammira quando, il 3 maggio, viene esposto sull’altare.

Capitolo #2

Gli Irrequieti Spettri dei ruderi

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Treschietto Bagnone
Castello Treschietto Bagnone

Signorotti artefici di giochi perversi e giovani vergini schiave di quei padroni senza cuore. Fanciulle vittime di una fine crudele la cui unica possibilità di riscatto è quella di continuare a gridare all'infinito l'infamia dei nobili che le hanno sacrificate. Passatempi crudeli erano quelli scelti da molti signori del posto, che amavano animare le loro notti dando vita ad orge che alcune volte terminavano con il sacrificio delle giovani prescelte. Quelle anime "pure", che non conobbero mai un modo diverso di incontrare un uomo, vagano ancora oggi - dice la leggenda - nei castelli e nei luoghi dove morirono vittime di inaudite violenze. Spettri irrequieti continuano a lamentarsi passando tra i ruderi del castello di Treschietto, dove Giovan Gasparo raggiungeva il massimo piacere rubando la verginità a fanciulle del popolo nel corso di notti interminabili, dominate dalla violenza.

Capitolo #3

Le perversioni del Marchese

Si narra che a Iera un marchese Malaspina costringesse le fanciulle più belle del feudo a ballare nude fino all’alba e giustiziava i genitori che volevano salvarle, per poi gettarne i corpi in una fossa piena di scheletri.
Ogni tanto, presso la cappella di San Biagio, la tradizione vuole che si sentano nelle fredde notti invernali, i lamenti e le grida di orrore delle vittime.